giovedì 21 agosto 2008

Storia di una strada (di Fosso Paccone)

Riportiamo uno stralcio della pagina 316 della guida del Touring Club relativa alle Marche.

Il testo è della seconda edizione (1936), e vi si legge che da Rucce si raggiunge Piaggiasecca per una mulattiera: in effetti, a quell'epoca la strada comunale, che si dirama poco dopo Rucce dall'attuale provinciale Bastia-Perticano, non era stata ancora completata. Infatti la strada fu costruita dagli abitanti di Piaggiasecca, in quanto il podestà di Sassoferrato Mastri non volle mai prendere in considerazione questo progetto a causa della "bassa simpatia" fascista dei paesani.
E, tuttavia, ritenendo che anche loro ne avessero diritto, nel 1932 mandarono una "delegazione" costituita da Cesare Baiocco, Vincenzo Bani e Francesco Grassi per parlare con il Podestà che incontrarono nel Campo della Fiera a Sassoferrato, il quale, sprezzante, disse: "I Piaggiaseccani, se la vogliono, la strada se la devono fare da soli".
Al chè i tre delegati stavano per menargli quando, guardatisi intorno, si accorsero che in vicinanza c'erano due carabienieri e, quindi, lasciarono perdere.
I giorni successivi, però, inviarono una petizione direttamente al duce, il quale approvò immediatamente l'iniziativa e ordinò che sul luogo fossero approvvigionati i mattoni per il ponte e il pietrame per la massicciata, e quanto altro necessario. Ma per lo smacco subito il podestà non volle incaricare un'impresa per la costruzione della strada, ripetendo che "i piaggiaseccani, se vogliono la strada, se la devono fare da soli", e così mandò a dire di andarsi a prendere il materiale da soli a Sassoferrato.
E così è stato; ogni famiglia prestò un certo numero di giornate (sia uomini che donne sopra gli 11 anni) e le vacche per lo spostamento della terra e dei materiali e costruirono la strada come è ora, finendo i lavori nel 1938, sotto la sorveglianza di un capoccetta mandato dal comune che segnava le giornate controllando dal mattino alla sera.
Poco prima, tuttavia, era stata costruita la strada dalla Voltata alla Scarica, che serviva per il ricaccio della pietra della Cava, dove vi arrivava una teleferica dalla Rocca, all'incirca dove oggi arriva l'asfaltatura, e così furono avvantaggiati.
La vecchia strada, comunque, detta ancora oggi di Fosso Paccone, è stata usata fino all'inizio degli anni '80, come collegamento veloce a piedi, naturalmente, per Rucce, soprattutto per andare a rispondere al telefono pubblico presso i Menichelli che avvisavano a voce da un poggio all'altro di una annunciata chiamata, ad esempio, per le ore 10 da Roma. E serviva anche per fare acquisti presso la tabaccheria e bottega di generi alimentari di Alberto Moriconi a Rucce.
Nonchè per andare a prendere la corriera che, naturalmente, a Piaggiasecca non ci veniva, perchè Bucci&Piccioni (titolari delle autolinee) non ricevevano alcun contributo dal Comune (sempre di Sassoferrato) per fare quel chilometro in più, né con l'amministrazione democristiana né con quella comunista, e così il sottoscritto, per i tre anni delle scuole medie e per i quattro delle superiori, finchè non ha preso la patente a 18 anni, se la faceva a piedi, mattina e pomeriggio. Ma si sa ... la ginnastica fa bene, e distoglie i giovani dai cattivi pensieri (avranno pensato in Comune).
Dopo il 1980, i piaggiaseccani, pagandosi la linea della SIP da soli (un pò come per la strada) si sono messi il telefono in casa, poichè se avessero aspettato che il Comune di Sassoferrato, pur sollecitato, si facesse promotore presso la SIP dell'installazione di un telefono pubblico, avrebbero aspettato ben oltre il terzo millennio.
Ora il Comune, nell'intento di "arricchire i collegamenti" e di "dissudere dall'uso delle 4 ruote", ha pensato bene di chiuderla, interrandone l'imbocco da Piaggiasecca. Poi, ci si lamenta che i marchigiani vanno a risiedere sulla costa lasciando sguarnita la campagna e la montagna che, non essendo più curata, diventa causa delle sempre più frequenti alluvioni di fondovalle, per le quali si invoca impropriamente lo stato di calamità naturale.
Ancora più anticamente, invece, per andare verso la odierna Voltata e proseguire per Rucce, o per Casalvento e Perticano, c'erano due strade (vedi le tre cartine, sotto): una più comoda per birocci e tregge, che passava per Fonte Vecchia e la Rocchetta poi scendeva lungo Fosso Paccone, tra il fosso e il ciglio dei campi; una più scomoda per tregge (con difficoltà estreme) e per pedoni, che scendeva per il Vignale e guadava il fosso, per incontrarsi con l'altra e proseguire a mezza costa, sotto l'attuale strada provinciale, fino alla Grotta dei Menichelli, presso Rucce.
Appena potremo, ne mostreremo alcune tracce ancora visibili, seppure con difficoltà, sul terreno, in mezzo alla macchia detta oggi La Selva di Sotto, proprio perchè si trova sotto la provinciale che, evidentemente, ancora prima, non c'era.

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