martedì 4 novembre 2008

Da oltre 800 anni, un paese fortemente radicato

Purtroppo non siamo ancora in condizione di accedere a documenti preziosi, che sappiamo dove sono, per dimostrare quanto si dice nel post-it, circa la data del 1208.

martedì 9 settembre 2008

Romitorio

E' un sito in località "La Rocca" presso Piaggiasecca, sotto Monte lo Spicchio.
Il sito e le murature erano stati rinvenuti nel 1999.
Poichè la vegetazione era fittissima, sia arborea, che erbacea e sarmentosa, oltre a fare le foto sono stati prelevati alcuni campioncini di materiale tra i conci di pietrame, la cui analisi chimica aveva confermato trattarsi di calce idrata, comunemente impiegata nelle murature.
Il sopralluogo del 24 agosto 2008 ha consentito di fare riprese fotografiche con migliore esposizione e di esaminare meglio il sito tutt'intorno al cucuzzolo.
Rimane da esaminare con attenzione le pendici intorno al cucuzzolo, alla ricerca di altri reperti murari certi ed esaminare meglio quelli incerti, ed effettuare alcune misurazioni per meglio caratterizzare la forma del sito e la localizzazione dei reperti.

Mio nonno Sebastiano Srollini (1905-1998), così come pure Luigi Grassi (1906-2007) raccontavano di aver visto da bambini un frate che di mattina scendeva dal Romitorio e andava alla Casetta de Bano (località il Sorbo), a dire messa.
Nei pressi della Casetta de Bano, che doveva essere una chiesetta molto modesta, c'è un campo dal quale, secondo Settimio Bani (... - ...) durante l'aratura venivano fuori ossa, quasi sicuramente umane, che attestano un uso cimiteriale.

Si mostrano le località citate e una ricostruzione del sito.

domenica 7 settembre 2008

Dove siamo ?

Fare il punto della situazione è sempre importante, per capire che il mondo non finisce con l'orizzonte che vediamo quando camminiamo per strada o per monti, anche se di ciò che sta oltre ad esso non ne sappiamo gran che finchè non ci arriviamo.

C'era una vecchia di Piaggiasecca che, non essendo mai uscita dalla vallata, giunse a Pian del Monte (sotto M. Cucco, dove oggi decollano i deltaplano) e, scoprendo per la prima volta la vallata umbra, esclamò con sorpresa: "Mamma mia ... quanto è grande e grosso il mondo!"
E questo vale per tutte le cose. Se incontriamo, ad esempio, una persona malandata, non per questo dobbiamo pensare che sia un poco di buono o un ignorante incallito: può darsi che sia un santo o un pensatore sopraffino.

Talete, che visse nel VII secolo a.C. in Grecia, era un tipo così, che veniva deriso da tutti, anche dalla sua serva, ma fu il primo a prevedere con precisione l'eclisse di sole del 28 maggio 585 a.C., e non perchè era veggente, ma perchè aveva fatto i suoi bei calcoli. Infatti era considerato uno dei sette saggi dell'antichità e il primo filosofo della storia occidentale, oltre ad essere un matematico.

Attenzione, però, che vale anche il contrario! Se incontriamo un signore distinto, magari con un'automobile portentosa, non per questo dobbiamo pensare che sia un dio: può darsi che sia una delle peggio carogne di questo mondo.




Gli esempi, ovviamente, non mancano, nè vicino a noi (per esempio, il cosiddetto "amico in comune"), nè più lontano.




In conclusione, vorrei dire che dobbiamo allenarci a scoprire le cose, perchè la verità non si presenta mai evindente da sola, ma è sempre nascosta dietro un velo. Non a caso l'equivalente della nostra parola "verità" nell'antica Grecia era "aletheia", che è la negazione della parola "nascondere", e vuol dire "dis-velare", cioè "togliere il velo".

Le immagini iniziano da ciò che ci è più vicino e terminano con ciò che ci è più distante. Ma solo le immagini terminano.

Ricordate l'esclamazione della vecchia? Può darsi che oltre quanto rappresentato dall'ultima immagine ci siano ancora altre cose da vedere, come una specie di vallata in cui ancora non abbiamo messo il naso, un altro universo. E poi, ancora più in là: forse un'altra vallata, eccetera.

Guardando l'ultima immagine viene da pensare: Ma chi volete che si occupi di me? Veniamo al mondo e ce ne andiamo in un batter d'occhio, seppure duri 80-100 anni, come quei moscerini la cui vita non dura che qualche ora e, dunque, sono convinti che la notte non esiste.
Ma è un dato di fatto che Piaggiasecca, la piccolissima Piaggiasecca di 11 residenti, è qui, possiamo toccarla con mano e abbracciarla con lo sguardo più di quanto possiamo fare con una grande metropoli.

sabato 6 settembre 2008

Muro celtico (Loc. Mele Bisciaie)

Queste immagini mostrano un antico muro di cinta su strada montana in località Mele Bisciaie (Strada del monte alto): il reperto è molto raro nella nostra zona.
Molto probabilmente risale alla dominazione celtica delle Marche settentrionali, avvenuta dopo l'invasione dei Galli Senoni (che fondarono anche Senigallia), originari della Francia Meridionale (zona alle spalle di Marsiglia) avvenuta nel 400 a.C..

Se la attribuzione appare affrettata, occorre tener presente che le recinzioni in pietra sono tipiche di periodi antichi, in particolare pre romani, poichè nell'alto medioevo, e cioè con la dominazione longobarda, iniziata nel 568 d.C., prende avvio in Italia l'uso della recinzione a siepe viva.

venerdì 5 settembre 2008

Carta IGMI

Carta dell'Istituto Geografico Militare Italiano in scala 1/25.000.
La prima immagine copre le immediate vicinanze del paese, mentre la seconda un territorio molto più vasto.
La mappa è stata disegnata all'inizio degli anni '50 e riporta molto puntualmente, oltre alle curve di livello, anche i sentieri e i corsi d'acqua con le relative sorgenti, anche se piccole e, pertanto, è affidabile anche per le escursioni.

giovedì 4 settembre 2008

Quanti abitanti aveva Piaggiasecca ?

Se questi numeri civici indicano anche il numero delle famiglie, visto che sono relativi a prima della II guerra mondiale, e visto che ogni famiglia era composta almeno almeno da 5-6 persone, si può arrivare tranquillamente ad un numero superiore a 500 abitanti.
Oggi vi abitano circa 11 persone, che in estate arrivano a 40-50.

Un conto attendibile potrebbe essere fatto sui libri anagrafici della parrocchia che, nella nostra zona, datano ad iniziare dal 1650 circa, cioè dopo il Concilio di Trento (1545-1563) che li ha istituiti, e che ora, dopo la soppressione della parrocchia di Casalvento (circa 1975) si dovrebbero trovare presso l'Archivio Vescovile di Nocera Umbra o di quello di Fabriano-Matelica che ci ripromettiamo di esaminare appena possibile.
Tuttavia, rimane il dubbio se i numeri civici fossero strettamente progressivi dal n. 1 al 103 qui riportato.
Rimane sconosciuto il significato della sigla"U" accanto al nome del paese.

Nell'angolo in basso a destra dell'immagine vi è un'indicazione dell'epoca di costruzione di un fabbricato esterno al nucleo principale ed in posizione molto elevata, come indicato nella piantina e nella foto sottostanti.
La sigla, impressa nell'argilla prima della cottura del mattone, è interpretata come Ferdinando Pinturelli Fecit, Annus Domini 1813.

mercoledì 3 settembre 2008

Cartografia recente di Piaggiasecca

La mappa, tratta da Google, copre una vasta area, da Pascelupo a Bastia in senso nord-sud, e dalla buca di Monte Cucco a l'Aspro in senso ovest-est. Rappresenta la vista satellitare del suolo, senza indicazioni topografiche. Piaggiasecca si trova al centro.
La seconda mappa rappresenta l'orografia nei pressi del paese, ed è tratta dalla cartografia della Regione Marche.

lunedì 1 settembre 2008

Piaggiasecca (inizio 1800)

La mappa catastale dovrebbe datarsi intorno alla fine del 1700 o l'inizio del 1800.
Diverse costruzioni attualmente presenti sul luogo non erano allora presenti nella mappa.
La scala dell'originale è di 1/2000, mentre le dimensioni sono di cm 52,8 x 69,9.
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La mappa è stata gentilmente messa a disposizione dalla famiglia Grassi Giuseppe (fu Dionisio) di Piaggiasecca.
N.B. 1 - Vi sono piccole imprecisioni nell'assemblaggio delle 8 parti scansionate della mappa.
N.B. 2 - Le tacche sui bordi verticali sinistro e destro rappresentano cm 5 per la parte centrale e cm 1 verso gli estremi in alto e in basso.

giovedì 21 agosto 2008

Storia di una strada (di Fosso Paccone)

Riportiamo uno stralcio della pagina 316 della guida del Touring Club relativa alle Marche.

Il testo è della seconda edizione (1936), e vi si legge che da Rucce si raggiunge Piaggiasecca per una mulattiera: in effetti, a quell'epoca la strada comunale, che si dirama poco dopo Rucce dall'attuale provinciale Bastia-Perticano, non era stata ancora completata. Infatti la strada fu costruita dagli abitanti di Piaggiasecca, in quanto il podestà di Sassoferrato Mastri non volle mai prendere in considerazione questo progetto a causa della "bassa simpatia" fascista dei paesani.
E, tuttavia, ritenendo che anche loro ne avessero diritto, nel 1932 mandarono una "delegazione" costituita da Cesare Baiocco, Vincenzo Bani e Francesco Grassi per parlare con il Podestà che incontrarono nel Campo della Fiera a Sassoferrato, il quale, sprezzante, disse: "I Piaggiaseccani, se la vogliono, la strada se la devono fare da soli".
Al chè i tre delegati stavano per menargli quando, guardatisi intorno, si accorsero che in vicinanza c'erano due carabienieri e, quindi, lasciarono perdere.
I giorni successivi, però, inviarono una petizione direttamente al duce, il quale approvò immediatamente l'iniziativa e ordinò che sul luogo fossero approvvigionati i mattoni per il ponte e il pietrame per la massicciata, e quanto altro necessario. Ma per lo smacco subito il podestà non volle incaricare un'impresa per la costruzione della strada, ripetendo che "i piaggiaseccani, se vogliono la strada, se la devono fare da soli", e così mandò a dire di andarsi a prendere il materiale da soli a Sassoferrato.
E così è stato; ogni famiglia prestò un certo numero di giornate (sia uomini che donne sopra gli 11 anni) e le vacche per lo spostamento della terra e dei materiali e costruirono la strada come è ora, finendo i lavori nel 1938, sotto la sorveglianza di un capoccetta mandato dal comune che segnava le giornate controllando dal mattino alla sera.
Poco prima, tuttavia, era stata costruita la strada dalla Voltata alla Scarica, che serviva per il ricaccio della pietra della Cava, dove vi arrivava una teleferica dalla Rocca, all'incirca dove oggi arriva l'asfaltatura, e così furono avvantaggiati.
La vecchia strada, comunque, detta ancora oggi di Fosso Paccone, è stata usata fino all'inizio degli anni '80, come collegamento veloce a piedi, naturalmente, per Rucce, soprattutto per andare a rispondere al telefono pubblico presso i Menichelli che avvisavano a voce da un poggio all'altro di una annunciata chiamata, ad esempio, per le ore 10 da Roma. E serviva anche per fare acquisti presso la tabaccheria e bottega di generi alimentari di Alberto Moriconi a Rucce.
Nonchè per andare a prendere la corriera che, naturalmente, a Piaggiasecca non ci veniva, perchè Bucci&Piccioni (titolari delle autolinee) non ricevevano alcun contributo dal Comune (sempre di Sassoferrato) per fare quel chilometro in più, né con l'amministrazione democristiana né con quella comunista, e così il sottoscritto, per i tre anni delle scuole medie e per i quattro delle superiori, finchè non ha preso la patente a 18 anni, se la faceva a piedi, mattina e pomeriggio. Ma si sa ... la ginnastica fa bene, e distoglie i giovani dai cattivi pensieri (avranno pensato in Comune).
Dopo il 1980, i piaggiaseccani, pagandosi la linea della SIP da soli (un pò come per la strada) si sono messi il telefono in casa, poichè se avessero aspettato che il Comune di Sassoferrato, pur sollecitato, si facesse promotore presso la SIP dell'installazione di un telefono pubblico, avrebbero aspettato ben oltre il terzo millennio.
Ora il Comune, nell'intento di "arricchire i collegamenti" e di "dissudere dall'uso delle 4 ruote", ha pensato bene di chiuderla, interrandone l'imbocco da Piaggiasecca. Poi, ci si lamenta che i marchigiani vanno a risiedere sulla costa lasciando sguarnita la campagna e la montagna che, non essendo più curata, diventa causa delle sempre più frequenti alluvioni di fondovalle, per le quali si invoca impropriamente lo stato di calamità naturale.
Ancora più anticamente, invece, per andare verso la odierna Voltata e proseguire per Rucce, o per Casalvento e Perticano, c'erano due strade (vedi le tre cartine, sotto): una più comoda per birocci e tregge, che passava per Fonte Vecchia e la Rocchetta poi scendeva lungo Fosso Paccone, tra il fosso e il ciglio dei campi; una più scomoda per tregge (con difficoltà estreme) e per pedoni, che scendeva per il Vignale e guadava il fosso, per incontrarsi con l'altra e proseguire a mezza costa, sotto l'attuale strada provinciale, fino alla Grotta dei Menichelli, presso Rucce.
Appena potremo, ne mostreremo alcune tracce ancora visibili, seppure con difficoltà, sul terreno, in mezzo alla macchia detta oggi La Selva di Sotto, proprio perchè si trova sotto la provinciale che, evidentemente, ancora prima, non c'era.

mercoledì 20 agosto 2008

Tracce di medioevo e di Roma

Gli archi di queste due porte (vedi piantina) risalgono al medioevo, all'incirca all'Età dei comuni, 1200-1300 circa, forse anche prima.

La pietra forte da taglio rivela una fattura di attenzione e capacità particolari da parte dello scalpellino.

Queste testimonianze, in perfetto stile romanico, sono ancora molte, specie all'interno delle stalle e nelle cantine ai piani terra o seminterrati, mentre all'esterno sono state spesso coperte da intonaco e rettificate con architravi diritti.

In un prossimo post daremo testimonianza che il paese risale all'alto medioevo (vedi Archivio della Comunanza Agraria di Piaggiasecca, Casalvanto e Colmicoso), forse prima dell'anno mille e che discende da un insediamento romano situato a 450-500 metri a nord nella Piana di Casarella e del Sorbo (vedi panoramica sotto). La zona può essere stata abitata anche dai Galli Senoni, da dopo la loro invasione nelle Marche settentrionali avvenuta nel 390 a.C..